It's a kind of magic
E' fatta, signori.
Dopo tre lunghi anni, passati a costruire mattoncino su mattoncino, battuta su battuta e nota su nota un'ora e mezza di programma, ieri e oggi è emerso, prima lontano e nascosto, poi sempre più vicino e splendente, il risultato lungamente atteso.
[3]Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. [4]Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre [5]e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
Il caldo che martoriava le carni ed ottenebrava i pensieri non ha bloccato le dita, che agili correvano sui tasti senza requie, con precisione di articolazione e rabbia incanalata nei solidi nervi: fuori uno, due, tre, ora la sonata, Bach e poi hai finito: non mollare adesso, bevi un po' d'acqua, non deconcentrarti, la stella inizia a brillare.
La tensione è alta, i tasti iniziano a sudare, Prokofiev cade, non c'è verso di salvarlo, c'è solo da resistere fino alla fine, recupereremo con qualcos'altro; stacco un tempo folle nel preludio, lo reggo till the end con una punta di orgoglio che mi accenna un sorriso, la fuga passa tranquilla e poi lei, la sonata che tante ore mi ha rubato: ogni tempo è un rintocco di campana che batte il rito di passaggio, iniziazione all'elite degli studi, cerimonia di ingresso nell'ultimo stadio; quell'arpeggio maledetto dell'ultima pagina, no, non mi freghi bello, vinco io stavolta, mi giro verso la commissione mentre lo scandisco, è lui, perfetto, mi prendo la mia rivincita dopo tanti pugni di rabbia alla tastiera.
E' finita, per oggi. Puoi curarti le ferite ora.
[6]Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». [7]Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. [8]Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Alle 9. L'aula si spalanca di fronte a me, il piano chiuso e la luce spenta mi guardano con fastidio, turbo la loro armonica quiete; apro la busta con la prova delle 3 ore, 10800 secondi per imparare alla perfezione due facciate. Guardo i pentagrammi sui due fogli e mi trovo a ridere senza accorgermene.
Davvero è questa, la prova? E' una farsa? Un messaggio alla Sara che è due aule dopo la mia, hey, hai visto la prova? Sì, in bocca al lupo.
Mi metto a girare per la stanza pensando al caldo che mi fa compagnia: dopo poco, rassegnato, mi siedo, e comincio a leggere svogliatamente quelle poche centinaia di note sui fogli.
26 minuti dopo mi alzo un po' più stanco, ipod e via sulla sedia, testa sul tavolo e un paio d'ore di nutrimento per il cervello. Entra la prof, è ora, mi dice.
Svogliato, prendo i due fogli, che presentano appena due segni accennati, e vado in aula. Al termine, la prof mi fa i complimenti per l'ottima interpretazione.
- Prof, Mendelssohn a Composizione ce lo fanno fare a prima vista e contemporaneamente trasportato di 1 tono...in 3 ore vi portavo tutto il libro, se dicevate...
Alla fine, una pacca sulla spalla:
- Benvenuto al IX anno, Callegaro.