mercoledì, giugno 01, 2005

Festa della Repubblica

Da molti sondaggi consultabili da qualsiasi motore di ricerca, emerge un dato di fatto. Gli italiani non sono per nulla patriottici.
Senza fare troppi ragionamenti, troviamo la colpa dell'assoluta mancanza di, non dico nazionalismo, ma amor di patria. Questa colpa,
cari amici, risponde al nome di fascismo. Il fascismo ha ucciso l'idea di patria fagocitandola, e quando abbiamo troncato questa
pianta malata dall'albero Italia, anche la stessa patria è caduta per terra, assieme a quel ramo potato.
Nè la DC, nè il PSI, nè il PCI ( internazionalista da sempre, al contrario delle nazionalistissime Jugoslavia, Cina, Russia ) hanno
provato a parlare di "Patria", ma solo di "Popolo". Il popolo vive nella patria. Il popolo ha i diritti, la patria dà i doveri.
Tutti hanno quindi, per la stessa origine italiana, accettato ( giustamente ) il "popolo", ma ricacciato la "patria". Ed i pochi
che la tiravano in ballo ( gli ex-fascisti e repubblichini ) lo facevano non in omaggio della patria in sè ma dell'orrore che avevano
confuso, in buona o mala fede, per "patria". Al quasi tramonto della seconda repubblica, dove per i partiti non i sono più valori
ma comodità, tendenze e faccione da sbattere sui manifesti, trainati tutti da un genio ( demoniaco ) dei media, e da tanti altri tizi
che invece di fungergli da alternativa lo scopiazzano, l'idea di patria rimane in mano ad un vecchietto con potere decisionale
pari a zero, che anzi fra un po' avrà ancora meno potere dopo le riforme. Ma ecco, magicamente, in qualcuno, pian piano risorge.
E scopriamo che la patria non è l'imperialismo alla De Pretis o la campagna d'africa di Mussolini. La Patria è Verdi, Jovanotti,
Benigni, Dante, Manzoni, Michelangelo... La Patria è la Marmolada, il Parco Nazionale d'Abruzzo, il Colosseo, il Prato della Valle,
le miglialia di Chiese e di opere d'arte... La Patria è l'odore ed il clima di cui ti reinnamori ogni volta che torni dall'estero,
le cose che mangi, gli amici che frequenti, l'accendere la TV e sentir parlare italiano, per quante stupidaggini possano veicolare
con la lingua che fu di Salviati e Foscolo... Ma ancor più bello... La Patria ero io due settimane fa, quando, ricoverato in ospedale,
giunse un'americana con la madre anziana infartuata, ed io parlavo italiano, davo una bella impressione di questa nostra Italia e le
tenevo compagnia mentre visitavano, in terra straniera, l'anziana madre. La Patria siamo noi quando, in un paese straniero, facciamo
i fighi, e quando parliamo, e quando ci presentiamo. Perché noi siamo la Patria, noi siamo l'Italia, figli di uno stesso popolo, pronto
ad accogliere gli altri popoli per quella comunità di stati fratelli che Mazzini, un italiano, sognava...

Viva l'Italia!

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Hai riportato dati di fatto, come darti torto. Mi viene in mente che quando l'amor di patria c'era non è che ci abbiam fatto una gran figura. Averne va bene, ma poi che ce lo tenessimo per noi, senza renderci ridicoli come di consueto, sarebbe anche meglio.

2/6/05 15:27  

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