Natale
Ah. Il Natale nel proprio paesello.Un po' di catechesi, spaghettatona, cantare la chiarastella, litigare mentre si costruisce l'impalcatura per il mega presepe in chiesa e poi farsi un vin brulè alle tre di notte. Cose molto belle.L'intimità e la bellezza del Natale però poi va a quel paese, girando come pazzi per il centro per comprare qualche pezzo inutile di materia col quale dimostrare affetto per le persone. Casino, mal di testa, gente che si accalca. Il centro di Padova, già claustrofobico nelle vuote giornate autunnali, diventa una cassa da morto con corpi in putrefazione negli autobus dei pensionati e nei negozietti delle ragazzine truccate come passeggiatrici. E dopo due ore di traffico, di corpi stipati, di un consumismo corri consuma compra paga, si ritorna al proprio villaggio. Si rivede la gente. Si saluta, si parla. Si canta la chiarastella fino alle undici, il vero Natale. E compativo i volti tristi intravisti nel tran tran della Padova consumistica. Un Natale vuoto che si copre di esteriorità... Ma fa la fine di un palloncino ricoperto di colla e cartapesta. Si buca e tutto implode. Okei. Un vero Natale però deve essere pieno dentro. Deve avere materia che regga, per evitare la depressione nel 25 sera. E questa materia sono gli amici, le persone, il gloriarsi della rivoluzione enorme che è dentro il Natale: un Dio che risponde al tentativo dell'uomo di farsi Dio facendosi lui stesso Uomo. E allora, Babbo Natale, ti compro questi due pezzi di materia a basso costo per non sfigurare, ma poi scappo, me ne vado. Buon Natale, dico a lui ed ai suoi schiavi tristi e schiave impellicciate, nella prigione di luci al neon che è il centro città, soli ad ammirare un pupazzetto cinese che balla jingle bells. Torno dal mio capo. Gesù Bambino.
Buone Feste, schiappe.
A tutti gli altri, Buon Natale.
1 Comments:
Ammazza, che polemico!
Buone feste..
Posta un commento
<< Home