Sogni Sogni e ancora sogni
Un uomo una volta aveva un sogno. Sognava di trovare un lavoro, e sfamare sua moglie ed i suoi figli corrosi dalla fame. Un altro uomo aveva un sogno. Sognava di non essere più solo, nella sua cupa stanza d'ospedale. Un'altra donna aveva un grande sogno. Sognava di formare generazioni migliori, e diede la sua vita per questo, rimanendo nella banconota da mille lire. I nostri sogni ci cambiano, ci formano, ci plasmano affinché possiamo raggiungerli, rendendoci migliori e più disponibili. Ecco perché sono arrabbiato nero contro quel reality falso ed ipocrita sul calcio : "Campioni - il sogno". Uno perché quei quattro sfigati sono tutto tranne che "campioni". Ma ancor di più per quell'uso iconoclasta del termine "Sogno". Il sogno diventa quindi raggiungere una "Serie A", luogo tra virgolette meraviglioso da paradiso, di bella vita e gnocche. Migliaia di ragazzine sbavano vedendo i ragazzoni in mutande nello spogliatoio, mentre Graziani porcheggia in toscano contro di loro. Il sogno per loro è essere prese, usate, magari poi accantonate da un giocatore di "Serie A". Il calciatore ormai non è più il Gigi Riva o il Lothar Matthaus, eroi di una nazione per la loro condotta sul campo. No. Ora il cacciatore è Panucci con la sua Porche e le sue massaggiatrici, Vieri che fa titolare i giornali col nome delle veline che si strombazza, e Gullo, che mente su sè stesso, su ciò che ha fatto, sulla sua stessa vita per essere filmato e messo su una striscia quotidiana di quindici minuti, figliastro di una religione del calcio ormai atea.
1 Comments:
Ricordati che ognuno ha i sogni che si merita, Kieriko...
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