mercoledì, ottobre 12, 2005

Il Parlamento dei Pirla

Una mia vecchia storiella comica cominciava con i due protagonisti che, passeggiando per Roma, chiedevano venisse loro risarcito il prezzo del viaggio a causa della bagarre e delle urla cacofoniche provenienti dal parlamento.
In effetti, fra i paesi cosiddetti civili, solo in Italia si arriva alle mani. Abbiamo avuto sempre lotte aspre, guelfi e ghibellini, napoleonici o conservatori, comunisti e preti, etc, etc. Però veramente fa piangere il cuore l'indecoroso spettacolo che si vede in parlamento. Tralasciando le cause, la possibile "legge truffa", vorrei concentrarmi sul perché si arriva ad una tale maleducazione da coloro che, almeno sulla carta, sono i rappresentanti di tutta l'Italia.
Nell'italia truffaldina e faccendiera della prima repubblica, non mancavano compressi, alleanze, e, perché no, dialogo. Si dialogava con tutti, anche con le frange estreme, e si ottenevano le maggioranze con consultazioni, che portavano comunque a veloci cambi di governo, quando l'aria girava e le questioni cambiavano. Ora, dopo la riforma Segni del 1993, abbiamo avuto governi relativamente lunghi, tre legislature di cui solo una interrotta prima della sua scadenza. Il problema vero e proprio sta nel concetto stesso di maggioranza. Se prima con un voto accrescevo una forza che aveva quindi più o meno da dire in un parlamento, adesso il mio voto va a dare un punto in più ad una coalizione nella sua interezza, dall'estremo fino al centro, indifferentemente dal partito che voto. Infatti, esistono partitini che reclamano ed ottengono, e grandi partiti di opinione con pochi ministri. Se il mio voto finisce all'opposizione, invece, non serve praticamente a niente. L'opposizione è la grande assente della legge Segni. Parla, urla, protesta, ma non decide. Milioni di italiani sempre con la bocca cucita. La maggioranza si compatta al suo interno e l'opposizione diventa un soprammobile, utile solamente a mostrare che la democrazia c'è perché tutti possono parlare, quando in realtà non si ha nemmeno la possibilità che le proprie idee vengano prese in considerazione.
Ed allora, chiedo, perché serve osteggiare così tanto il proporzionale? Io non sono un elettore di destra nè penso di divenire tale nel 2006, visto che la mia posizione ultimamente è sempre più da scheda bianca. Ma un parlamento che non è composto una maggioranza ed un'opposizione che si odiano, ma varie forze che collaborano in vista del bene del paese, mi piacerebbe. Mi piacerebbe sul serio. Con buon piacere degli istrioni ed i gladiatori della politica.